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Il gioco delle tre… situazioni

di Mario Giulianati
23 luglio 2016

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Interventi

Tre situazioni che appaiono a prima vista molto diverse tra loro, ma che invece hanno alcuni punti in comune. Parola puntuale in questa circostanza: “comune”. Infatti tutte e tre le istituzioni godono di un minimo comun divisore. O pressappoco. Storie diverse, compiti specifici diversi, missini praticamente eguale: l’elevazione culturale della nostra società. E tutte e tre, seppur in misura diversa, fanno riferimento al nostro Comune.

CISA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Non mi pare poca cosa. Anzi. Un obiettivo ambizioso che si incontra, nelle sue tre parti, in contatto diretto con l’Assessore alla (de)crescita signor Jacopo Bulgarini D’Elce. Un fiorentino trapiantatosi in Vicenza. dove compie lodevolmente, per quel che ne sappiamo, i suoi studi e poi si avvia lungo la strada della università patavina, dove, stando alla sue dichiarazioni, rese pubbliche, pur avendo superato montagne di esami non si presenta a sostenere la tesi, quindi non si laurea. Si da al giornalismo e poi alla PR e diventa capo di gabinetto del Sindaco Achille Variati e così inizia a guadagnarsi il pane lavorando per tutti noi cittadini di Vicenza, naturalmente curando l’immagine del suo capo, come è giusto che sia. Poi fa carriera, e da capo di gabinetto, trascorsa la prima legislatura e giunta una seconda senza manco ricevere un solo voto, in effetti non si è nemmeno presentato, ma la legge lo consente, diviene addirittura il Vice Sindaco e Assessore alla Cultura, come si chiamava un tempo, e ora più spettacolarmente, alla (de)Crescita. Tanto per completare il quadro nel 2015 la dott.ssa Micaela Castagnaro, precisamente in data 28 febbraio 2015 dichiara che “ Gli è stato corrisposto (per l’anno 2014-ndr) un importo pari a Euro: 46853.04” Precisamente 3904,42 al mese. Mica male per esserci arrivato senza manco un concorso vinto, o meglio, una elezione superata positivamente. Complimenti alla dottoressa, più precisa di così non poteva essere.

E arriviamo al dunque: Tre Enti, tre storie diverse, una unica missione e un elemento, che appare negativo ma è tutto da verificare, identico, per tutte e tre.

MUSEO_CHIERICATI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Primo caso. Per due anni il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Roi non ha goduto della presenza della direttrice dei Civici Musei, il altre parole, del Chiericati. Ma in precedenza vi era stata la ormai storica direttrice del Chiericati, la dott.ssa Avagnina. Poi succede che , molto di recente, arriva un consulente, capace e intelligente, e questi viene inserito, per conto del Comune di Vicenza e in base a una elastica interpretazione dello Statuto della Fondazione Roi, nel Consiglio di Amministrazione. Peccato che la sua indennità di consulente scientifico del Museo Chiericati, sia pagata dalla Fondazione e non dal Comune.

BERTOLIANA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Secondo caso. La Biblioteca Bertoliana sottoscrive un accordo con la Fondazione Mariano Rumor per arrivare a far si che l’archivio, e la fondazione stessa, trovi spazio adeguato all’interno della Bertoliana. Per un po’ le cose pare che si avviano al meglio, poi il Presidente della Fondazione Rumor, avv. Pellizzari, viene praticamente invitato a rinunciare e lavorando sodo riesce a trovare ospitalità nella Biblioteca del Senato. A Roma. L’Amministrazione cosa fa per cercare di trattenere a Vicenza il più importante archivio politico del secolo scorso ? Nulla, anzi il Vice Sindaco, e altri ancora, applaudono al fatto che il tutto prenda la via romana. Un inno al centralismo.

Terzo caso. Il Centro Internazionale di studi di architettura Andrea Palladio alcuni anni addietro firma una convenzione con il Comune e con la Bertoliana. La ragione di questo atto nasce, in pratica, per custodire numeroso materiale palladiano, presso i suoi locali, attrezzatissimi a questo scopo. Ma anche per avviare un esperimento di tre anni che doveva dar vita, se possibile, a un grande e prestigioso Museo Palladiano. Questo Museo decolla e diventa un punto di riferimento per gli studiosi del settore di tutto il mondo. All’avvicinarsi della data di conclusione di questo esperimento, giunge una lettera del Vice Sindaco alla (de)Crescita, che chiede la immediata restituzione al Comune del materiale palladiano. Tralascio il gioco delle lettere scritte, non protocollate, spedite, ricevute, ignorate, dimenticate nel cassetto oppure no, ecc. ecc. ecc. Mi limito a sottolineare solo l’aspetto concreto di questa faccenda: se le tavole palladiane non rientrano al CISA addio Museo Palladiano.

In ognuna di queste tre disavventure del Comune vi è un identico atteggiamento da parte dell'efficientissimo Vice Sindaco: casca dalle nuvole, non sa cosa sia accaduto, nessuno l’ha informato. Strano perché la Biblioteca Civica Bertoliana ha un Presidente e due terzi del Consiglio di nomina diretta del Sindaco e l’altro terzo, indicato forse ancora oggi, dalla provincia, in ogni caso nominato dalla stesso Variati.

E questi signori non tengono informato l’assessore di riferimento di cosa sta accadendo con l’archivio Rumor ?

La Fondazione Roi, da quando è stata fondata dal Marchese Boso Roi, per statuto indica “di diritto” la presenza in Consiglio della dirigenza del Chiericati. Per anni questo è stato un ruolo coperto dalla dott.sa Avagnina. Poi eccoti il mistero del vuoto di due anni, poi rieccoti il prof. Villa. Eppure anche qui, stando alle esclamazioni dei referenti comunali, nessuno ha comunicato all’assessore che le cose stavano andando a Patrasso, come purtroppo sono andate sull’onda del naufragio della Banca Popolare. Infine nel CISA siedono due rappresentanti che fanno riferimento diretto al Sindaco Variati. Eppure nemmeno questi hanno sentito la necessità, stando a quanto(non) è apparso sui mass media, di informare il referente istituzionale.

Stranissimo atteggiamento dei rappresentanti comunali e provinciali. Da non crederci. E a dire il vero faccio proprio fatica a crederci. Sono tutti incarichi che non hanno prebenda alcuna, o comunque nulla che possa fare gola minimamente. Quindi il parteciparvi è un segno di sensibilità verso la cosa pubblica, il senso del servizio reso alla comunità, anche la passione personale. Null’altro. Rimane solo da comprendere di chi è, o a chi verrà assegnata la responsabilità. Amen.



nr. 26 anno XXI del 9 luglio 2016

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