NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Un altro “marchingenio” per il prof. Villa?

di Mario Giulianati
30 luglio 2016

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Interventi

Mi ripasso, seppur rapidamente, la vicenda legata alla figura del prof. Giovanni Federico Villa, personalità della cultura e specificatamente della storia dell’arte in possesso di un curriculum notevole che toglie ogni eventuale ma altrettanto improbabile dubbio sulla sua competenza. Quindi nessuna sorpresa , ne per il passato più remoto e tanto meno più di recente, ovverosia lo scorso anno, quando venne chiamato come “consulente scientifico” per dare un contributo, appunto storico-scientifico, alle attività del Museo Chiericati di Vicenza.

prof. Giovanni Federico Villa (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)La cosa strana è che da una normale, più che comprensibile, anzi gradita consulenza (mi pare 6 ore di impegno settimanale) si coniasse, da parte della Civica Amministrazione e nello specifico dal signor Jacopo Bulgarini D’Elci, vicesindaco, un nuovo titolo inesistente nell’organigramma dei Civici Musei vicentini : direttore scientifico. Suona bene ma mettendolo in parallelo con la dichiarazione dello stesso vicesindaco, che definisce l’operazione un “marchingenio” suona alquanto stonato. Anche perché il tutto frutto di una convenzione fatta con la Fondazione Roi che se ne accolla il costo - Pare 30.000 euro per un anno. Da Luglio 2015 a luglio 2016. Con questo nuovo titolo il prof. Villa, seppur, stando alle sue dichiarazioni, a disagio, entra, quale “direttore” dei Musei vicentini, di “diritto” secondo l’art. 2 dello Statuto della Fondazione, nel CdA della stessa. Ma, che piaccia o non piaccia al vicesindaco esiste già una direttrice dei Civici Musei, incaricata con tutti i sacri crismi, in questo caso, proprio dalla Giunta Variati. Naturalmente le giustificazioni ci sono e sarebbero anche credibili se venissero fornite indipendentemente una dall’altra. Ma quando si dice che era necessaria una figura qualificata scientificamente per inserirla nel CdA della Fondazione, eccoti allora il prof. Villa, ci si dovrebbe prendere la briga, ma senza girare il manico nel pentolone, di spiegare perché non si è tenuto conto di questo elemento quando si è nominata la dirigente del settore cultura del Comune di Vicenza, direttrice dei Civici Musei, incarico che comprende anche la cura dei monumenti architettonici di proprietà comunale tra i quali, tanto per andare di fretta mi limito a citare il Teatro Olimpico, la Basilica Palladiana, il Palazzo Chiericati ecc. ecc. ecc.- Però alla direttrice effettiva, alla quale si è appiccicato il titolo proprio a luglio dell’anno scorso, di direttrice amministrativa (?) (sarei curioso di sapere che ne pensava al tempo la Sovrintendenza) era stato interdetto, per due anni, di occupare, lei si legittimamente, la poltrona nel CdA della Fondazione Roi. La domanda, alla quale però non è sufficiente ne credibile ne accettabile, una risposta che si rifugi nella non scientificità della direttrice del Civici Musei,è proprio questa: perché non le è stato concesso di partecipare per ben due anni ai lavori del CdA della Fondazione Roi? Ora, luglio del 2016, alla scadenza della convenzione, alquanto ingegnosa, almeno stando alle parole del vicesindaco, il prof. Villa dichiara che non intende rinnovarla. Mi pare cosa corretta e a dire il vero mi sarebbe parsa tale anche se non l’avesse firmata la prima volta. Sarebbe stata cosa diversa, almeno maggiormente accettabile, se nel luglio dello scorso anno la Fondazione, ovverossia l’allora presidenza della Fondazione avesse dato un contributo al Chiericati e l’Amministrazione avesse ritenuto di utilizzarlo per una bella, chiara e trasparente, solida consulenza diretta a sviluppare le iniziative della Pinacoteca. Almeno una delle pieghe della convenzione sarebbe stata stirata. Si è letto sulla stampa locale che il signor vicesindaco ha intenzione, e così pure il prof. Villa di completare il lavoro avviato, anche al di fuori della convenzione. Mi sembra una buona cosa ma sarebbe anche bene che in questa circostanza le cose, compreso i titoli e le attribuzioni ritornassero tutte nei binari giusti, senza marchingegni di qualsiasi genere ma nel pieno rispetto oltre che delle regole anche del buon gusto.



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