NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Le pensioni e le imprese

di Mario Giulianati
1 ottobre 2016

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Interventi

IL_SALVADANAIO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)È questo il tempo durante il quale si parla molto, ma spesso superficialmente, della riforma della Costituzione, una Costituzione che molti definiscono “la più bella del mondo” ma che altrettanti ne parlano forse avendola si e no letta assai approssimativamente. In ogni caso raramente applicandone i principi e i valori. Parto dalla Costituzione per via dell’art. 47 che recita “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese”.

CIPOLLETTA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)In queste poche righe vi sono concetti e principi, indirizzi di grande importanza. Il dott. Innocenzo Cipolletta è in possesso di un curriculum professionale notevole ed è noto per la chiarezza dei suoi ragionamenti specie in economia. Ha dichiarato recentemente (Il Giornale di Vicenza) “Va sviluppata la finanza alternativa indirizzando sulle aziende il risparmio dei lavoratori”. Naturalmente spiega anche il perché di questa sua proposta annotando che i fondi pensionistici gestiscono “…circa 220 miliardi di euro ma che la metà è stata trasformata in titoli di Stato e metà in titoli quotati e obbligazioni solide emesse per lo più all’estero”. In poche parole nulla, o quasi nulla di tutta questa ricchezza arriva alle imprese italiane. Quindi non genera lavoro e questo non si trasforma in benessere. La proposta del dott. Cipolletta a me sembra trovi riscontro nella ultima parte dell’art.47 della Costituzione. Ma non per questo troverà facile attuazione. In mezzo al guado ci stanno le banche che già soffrono di non pochi guai e che non vedo come possano accettare di buon grado una concorrenza decisamente robusta, se realizzata. Ma torno al “risparmio” per pormi un paio di domande. Ritengo che proprio, in ragione di quanto ha vissuto, in questi ultimi anni, il risparmio di tantissimi lavoratori di ogni livello affidato alle banche, il dott. Cipolletta a mio parere dovrebbe completare la sua proposta con l’indicazione di quali sistemi di garanzia autentica godrà il risparmio. Mi pare che visto quanto accaduto a Vicenza e a Montebelluna, solo per citare il Veneto, ma questo è accaduto in Toscana e in Emilia, in Sicilia e in Calabria e probabilmente anche altrove, non è sufficiente la garanzia che proviene dalla nostra magna carta perché, pur in presenza di codici etici scritti e sottoscritti questi anno dimostrato di essere semplicemente delle buone intenzioni rimaste tali o per lo meno di essere stati bellamente dimenticati da coloro che avevano l’obbligo, morale, di farsene una divisa mentale. In una recente intervista rilasciata al giornalista Marino Smiderle, dal dott. Gianni Mion, attuale presidente della ex Banca Popolare di Vicenza, pubblicata su Il Giornale di Vicenza, leggo una domanda e, naturalmente anche la risposta.

MION (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)La domanda, ottima domanda, recita “I piccoli soci (che sono la maggior parte dei 118.000 risparmiatori/soci della ex P.di Vi.) quelli su cui non c’è dubbio che siano caduti inconsapevolmente, quando addirittura intrappolati ad arte, in operazioni azionarie sono i primi che si aspettano risposte concrete. Cosa pensa di fare? Lo so (risponde il dott. Cipolletta) ……..Faremo quanto possibile per venire loro incontro”. Sono personalmente convinto che il dott. Mion ci pensa e ci proverà anche, però sono molto meno convinto che ci riuscirà. Per altri motivi, in tempi ormai lontani, immaginavo che a Vicenza esistesse un folletto maligno che ogni tanto appare e crea danni alla città. Naturalmente anche ai vicentini. Ho l’impressione che da qualche anno sia riapparso e si stia dando da fare. Affermazioni analoghe si sono sentite in questi due ultimi anni da molti soggetti importanti della ex Popolare, ma mai seguiti da nulla di concreto e purtroppo nulla nemmeno sul piano della visione morale del problema. In fondo i soci sono stati considerati degli azionisti, e quindi compartecipi alla perdite, e nulla più di questo. Non dei risparmiatori quali effettivamente, almeno al 99%, erano. Anche qui lo spirito dell’art.47 della Costituzione è stato bellamente ignorato. Penso quindi che sia giunta l’ora, se si vuole recuperare la fiducia dei lavoratori-risparmiatori che venga prodotta rapidamente una legge, semplice, chiara, trasparente, che dia la massima garanzia altrimenti sarà assai problematico che si apra una nuova stagione di disponibilità al sacrificio che comporta il “fare risparmio” da parte del mondo del lavoro e, aggiungo, anche da quello dei pensionati. 

 

nr. 33 anno XXI del 1 ottobre 2016

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