È capitato di rado, nella storia recente del nostro calcio, che un allenatore licenziato-richiamato sia stato poi confermato nella stagione successiva. Quando è capitato si è trattato di una anomalia, di un incidente di percorso. Come nel caso di Gianni De Biasi, che ha riempito le cronache calcistiche per il rapporto costantemente in bilico con Urbano Cairo.
Diciamo questo perché non ci vuole un indovino per ipotizzare a fine stagione un divorzio (consensuale) tra Rolando Maran e il Vicenza. Una volta perfezionata, come è nei voti di tutti, l'operazione salvezza, il buon Rolly darà l'addio al Menti e ai suoi tifosi dopo un campionato sostanzialmente anonimo. E se è vero che le giustificazioni sono di gran lunga superiori agli errori, è altrettanto vero che il tecnico trentino ha spesso accettato senza opporsi decisioni societarie che di certo non condivideva. Fine della corsa.
Divorzio scontato, dunque, e scontato anche il giro di ispezione che i dirigenti stanno ormai attivando per reperire un sostituto adeguato alle esigenze di carattere tecnico e compatibile al tempo stesso con le risorse economiche della società. Prima di qualsiasi altra decisione, tuttavia, dovrà essere risolto (transazione in vista?) il contratto biennale frettolosamente siglato con Nedo Sonetti, le cui prestazioni - considerate le tre sole presenze in panchina - rischiano di essere pagate a peso d'oro. Decisamente improbabile una sua riconferma, per i motivi esposti in apertura al di là del ruolo che potrebbe eventualmente essergli affidato.
Difficile, al momento, individuare la strategia che la società andrà ad attuare. Sarà un tecnico esperto, a sedersi sulla panchina del Vicenza, o un giovane emergente? Nel primo caso è ben nota la stima che il presidente Cassingena nutre nei confronti di Gianni De Biasi, reduce da una contraddittoria esperienza alla guida dell'Udinese. De Biasi ha tuttavia pretese economiche che almeno sulla carta appaiono ben lontane dalle possibilità del Vicenza. Diciamo dunque che un eventuale matrimonio appare altamente improbabile, anche perché De Biasi potrebbe legare un eventuale "si" a un programma non soltanto lungimirante ma anche, e soprattutto, molto dettagliato. In modo da evitare, dopo Torino e dopo Udine, eventuali sorprese negative.
Altri nomi? Nelle ultime ore è stato fatto anche quello di Ezio Glerean, un tecnico che non ha raccolto in carriera quanto avrebbe meritato per qualità e impegno. Si tratterebbe di una scelta sicuramente coraggiosa, quasi una scommessa. Una scelta, tuttavia, sotto vari profili non priva di fascino. C'è anche un outsider, tra i candidati: si tratta di Leonardo Menichini, che ha risolto dopo tre stagioni il contratto con il Lumezzane. Menichini ha vissuto quasi l'intera carriera al fianco di Carletto Mazzone e quella di Lumezzane, in effetti, è stata la sua prima esperienza da allenatore in prima. Buoni i riscontri, certo, ma a lasciare perplessi è l'anagrafe: Menichini è del 1953, ha quindi 57 anni e non può certo, come qualcuno l'ha dipinto, essere considerato un giovane emergente. Scelta altamente improbabile, quindi, anche se nel calcio di oggi nulla va dato per scontato.
nr. 18 anno XV del 15 maggio 2010