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(C.R.) Meno di un mese fa "La Domenica di Vicenza" aveva dedicato un servizio ai giocatori utilizzati poco (o addirittura per niente) nel primo terzo di campionato. "Vicenza, i dimenticati di Maran" avevamo evidenziato nel titolo mentre ecco quanto diceva il sommario sottostante: "Da Misuraca a Rossi, da Arma a Tonucci, da Braiati ad Acerbis: ecco i giocatori che non hanno mai giocato o che sono stati schierati con il contagocce. Alcuni casi sono clamorosi". Sono bastate poche giornate, contraddistinte da tre vittorie e il pareggio di mercoledì contro il Siena, per cambiare le carte in tavola, per non dire stravolgere la situazione. Giocatori del calibro di Misuraca (due gol nelle ultime tre partite e "spalla ideale" di Abbruscato, che nelle ultime cinque partite è andato in gol quattro volte), Braiati (suo il gol del momentaneo 2-0 nel derby contro il Padova e capace di conquistare un posto da titolare) e Rossi (decisivo nella vittoria contro il Frosinone e in campo da titolare anche contro il Siena, da cui piedi sono partiti i due tiri da fermo che hanno regalato i gol contro il Siena) sono ora diventati punti fissi della squadra di Maran. In compenso alcuni elementi, per mesi pedine inamovibili della squadra, sono finiti in panchina se non addirittura in tribuna. Ecco, caso per caso, le situazioni più strane.
FRISON, PANCHINA AMARA. Non c'è dubbio che il caso più clamoroso, nella situazione attuale, riguarda il portiere Alberto Frison, classe 1988, grande protagonista dell'avvio di campionato, nel mirino di diversi club di serie A che hanno mandato i propri emissari a spiarlo. La scelta di mister Maran era stata chiara sin dalle prime amichevoli pre-campionato: Frison (di cui il club di via è proprietario al 100% del cartellino) titolare e Danilo Russo (classe 1987, in comproprietà con il Genoa) riserva. Una situazione talmente definita quest'ultimo sembrava destinato ad essere ceduto nel mercato di agosto (e anche per questo la società si era premunita prendendo l'esperto ma ancora valido Acerbis). Ebbene Frison ha saputo sfruttare la propria occasione inanellando prestazioni strabilianti (ha respinto anche due penalty, all'esordio di Bergamo e contro il Varese in casa) e diventando come detto un obiettivo di mercato. Non solo: Frison è stato convocato anche per il doppio spareggio dell'Italia under 21 contro la Bielorussia (poi perso dagli azzurri) anche se nelle due gare è finito in panchina. In occasione del derby con il Padova mister Maran ha schierato Russo, che è diventato il portafortuna (tre vittorie e un pareggio) e ora sembra difficile da poter togliere. Qui però la situazione rimane fluida.
IL PASSO INDIETRO DI BACLET. Alain Pierre Baclet, classe 1986, si era presentato al debutto al Menti (28 agosto, 4-2 contro il Portogruaro) con una doppietta e siccome le altre due reti erano state segnate da Abbruscato e Alemao, ecco subito a dire che il Vicenza aveva trovato i nuovi "gemelli del gol", ma che all'occorrenza poteva contare su un "tridente". In realtà con il passare delle giornate le prestazioni dell'attaccante francese sono diventate sempre più deludenti sino a perdere il posto in squadra: il suo score è di 13 presenze e 3 gol (ha trasformato anche un calcio di rigore a Reggio Calabria, poi risultato ininfluente nella sconfitta per 2-3), inferiore alle attese della dirigenza che ha comunque puntato su di lui (il club di via Schio ha acquisito metà cartellino dal Lecce nella trattativa che ha portato, sempre in comproprietà, Brivio alla compagine pugliese) per la prima linea. In questo momento sembra difficile che possa portare via il posto a Misuraca o Abbruscato, ma deve farsi trovare pronto e sfruttare le occasioni che gli capiteranno.
DOVE È FINITO ALEMAO? Lo stesso discorso fatto per Baclet vale anche per Josè Carlos Junior Tofolo Alemao, conosciuto semplicemente come Alemao. Anche l'attaccante brasiliano, classe 1989, in comproprietà con l'Udinese, si era presentato con un biglietto da visita importante, ossia con due gol, entrambi in contropiede, segnati alla seconda giornata (nella già ricordata sfida contro il Portogruaro di Fabio Viviani) e poi in quella successiva, quando, ancora subentrando dalla panchina, ha realizzato il gol che è valsa la vittoria a Grosseto. Anche lui, come Baclet, non ha però saputo confermarsi su certi livelli e dopo alcune apparizioni da titolare (alcune davvero deludenti, al punto da essere sostituito anche all'intervallo) è finito quasi nel dimenticatoio. O per essere più precisi in tribuna. In questo momento, secondo il "ranking" (chiamiamolo così...) di Maran, è addirittura il quinto attaccante dopo Abbruscato, Misuraca, Baclet e Arma. Un bel problema ora riconquistare un posto in squadra, anche se deve continuare a lavorare e non abbattersi.
MINESSO & OLIVEIRA. Le esclusioni, parziali sin che si vuole ma sempre esclusioni, di Minesso e Oliveira hanno una spiegazione più legata agli schemi di squadra. Con la scelta del modulo 3-5-2, nelle ultime quattro partite i due esterni di centrocampo sono stati, a rotazione, i vari Gavazzi, Di
Matteo, Soligo e Salifu, giocatori che pur essendo esterni, riescono ad immedesimarsi (soprattutto l'ex-salernitano e il ghanese) nel ruolo di esterno basso quando la squadra si difende. Un ruolo, che viste le caratteristiche di gioco, si addice poco ad elementi del calibro di Minesso, Oliveira (e in parte anche Tulli) che hanno invece doti più offensive, quasi da seconda punta. Anche loro, quasi sempre, sono finiti in tribuna. Dispiace soprattutto per Mattia Minesso, classe 1990, prodotto del vivaio biancorosso e sfortunato protagonista nelle ultime due stagioni, con due interventi ai legamenti del ginocchio, dai quali si è prontamente ristabilito. Anche lui deve continuare a lavorare, con l'obiettivo di crescere.
GIANI & I SUOI FRATELLI. Per Nicholas Giani (classe 1986, in comproprietà con l'Inter) e altri compagni di reparto, ossia i cosiddetti esterni difensivi, vale il discorso analogo appena fatto per Minesso e Oliveira. Nella difesa a tre Maran utilizza tre centrali (se stanno bene Zanchi, Schiavi e Martinelli sono titolari inamovibili) e quindi non esiste più la necessità di schierare i due esterni come invece avviene nella difesa a quattro. Qui a farne le spese, almeno sulla carta, sono soprattutto Giani, Bastrini e Minieri (ma quest'ultimo è stato operato per una lussazione alla spalla e ne avrò per oltre tre mesi), che peraltro all'occorrenza possono essere utilizzati anche come esterni di centrocampo, pur non avendo caratteristiche da ala. Qualche chance in più sembra avere Tonucci, che come centrale può sostituire i tre titolari, anche se gli stessi Giani e Bastrini sono stati schierati quest'anno nello stesso ruolo.
nr. 45 anno XV dell'11 dicembre 2010