Torno ancora una volta sulla vicenda, tristissima, della Fondazione Roi e ricordo a me stesso che questa Fondazione, onlus, è nata per volontà e con la grandissima generosità del Marchese Boso Roi con la finalità, poi in parte variata da chi ne ha assunto la presidenza, dopo la morte del Fondatore, diretta esclusivamente al bene del sistema museale comunale di Vicenza,in sintesi a favore del Museo Chiericati. Al tempo della creazione della Fondazione era naturale e più che comprensibile che il marchese Roi affidasse, in pratica, alla Banca Popolare di Vicenza, il compito di vigilare e di gestire la Fondazione. Siamo sul finire degli anni '80 del secolo scorso e la Popolare era considerata il salvadanaio da moltissimi vicentini e godeva di una considerazione meritatasi in circa 120 anni di vita legata strettamente al territorio e alla sua gente. Tutto ciò ora è messo in discussione dagli avvenimenti, più o meno recentissimi, che hanno legato la sorte della Fondazione al naufragio della Banca. Ma questo è un altro discorso per nulla gradevole ma affidato alla Magistratura e, almeno è sperabile, alla dignità oltre che al buon g usto, di quanti hanno avuto mano negli ultimi anni, alla sua gestione.
La Fondazione Roi non è solo un fatto amministrativo, un dare e un avere scritto su un qualche libro mastro. È soprattutto un gesto d’amore di un signore verso la sua città. Tutto ciò che offende questo gesto offende la città. Tutta. Anche una errata valutazione dell’utilizzo del suo bene, fatta con la miglior buona fede possibile, ma che comunque genera un danno insanabile, è una offesa che necessita di una riparazione. Questa riparazione mi pare che tardi assai a essere messa in atto, eppure bastava un piccolo gesto riparatore. Un gesto che si può fare in pochissimi minuti: un Consiglio di Amministrazione che, seppur dopo anni, si rende conto che una sua decisione ha messo in seria difficoltà l’Istituzione che gli è stata affidata sulla base di un atto in piena fiducia, si dimette, tutto, si scusa e se ne va. Non averlo fatto e insistere nel non farlo, magari anche con spiegazioni che appaiono, ma tali in realtà non sono non certo in questa precisa circostanza, logiche e razionali, rappresenta una caduta di stile che il Marchese Roi non merita e che non può trovare solidarietà alcuna.