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L'emigrazione massiccia dell'ultimo dopoguerra ha impoverito non poco i Comuni della Vallata del Brenta. A questo esodo s'è poi aggiunto, con il passare degli anni, quello dovuto al trasferimento di tanti residenti nei centri più industrializzata del Vicentino o del Veneto. A tutto questo va aggiunto un dato, che interessa l'intera nazione, e che riguarda la crescente diminuzione delle nascite. A farne le spese sono quindi alcuni servizi alla popolazione a cominciare dalle scuole. Cismon, ad esempio, ha visto chiudere, proprio lo scorso anno, la scuola media e si trova a fare i conti con una scuola elementare destinata anch'essa nel tempo a chiudere. Basti pensare che, attualmente, vi sono nel complesso 31 alunni così suddivisi: otto in prima, tre in seconda, sette in terza, sei in quarta e sette in quinta. Per capire cosa è successo e quali siano le prospettive per il futuro parliamo con il sindaco, Luca Ferazzoli.
«Lo scorso anno - esordisce - avevamo il problema della scuola media che abbiamo affrontato con la massima apertura. Appena eletto mi sono trovato con i nuovi parametri inseriti nella legge Gelmini relativamente al numero degli studenti, recepiti in parte dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore Elena Donazzan con una revisione per le scuole di montagna. Ci siamo dati da fare perché la scuola rimanesse aperta, pur consapevoli del fatto che i numeri
erano veramente esigui. Mentre non vi erano problemi per quanto concerneva la presenza, pur minima, degli allievi, il problema s'è posto per gli insegnanti. Noi avevamo diciannove alunni di cui quattro in prima media e la parte rimanente fra seconda e terza, per cui il Provveditore non ha mandato nessun insegnante per la prima classe ed altri per una seconda e terza mista. A quel punto ho fatto un incontro con i genitori e loro stessi si sono resi conto che una situazione del genere non offriva una garanzia di formazione didattica adeguata per cui la scuola è stata chiusa ed i ragazzi sono stati iscritti a Valstagna. Noi, come Amministrazione, abbiamo assicurato il pulmino per il trasporto. Siamo partiti così con il primo embrione di scuola di valle».
E alla scuola elementare com'è la situazione?
«Per quanto riguarda le scuole elementari il numero degli alunni è più consistente, ma si tratta sempre di una scuola con pochi alunni (una trentina). Faremo delle verifiche con il direttore didattico, ma quest'anno avremo sei alunni in uscita ed altrettanti in entrata per cui, dal punto di visto numerico, non vi sono grossi problemi. C'è anche qui una pluriclasse, ma non sulle materie fondamentali. È certo però, e mi assumo la responsabilità di quello che dico, che dobbiamo guardare al futuro con una nuova mentalità».