NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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“Grande Bassano”
un tema che ritorna

di Gianni Celi

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Con il rinnovo dell’Amministrazione<br>
torna d’a

Si avvicina la scadenza elettorale per il rinnovo dell’Amministrazione comunale e torna alla ribalta una proposta che l’ex sindaco, Stefano Cimatti, aveva lanciato a chi, cinque anni fa, avrebbe preso il suo posto a capo della città. Questa proposta riguardava la creazione di una “Grande Bassano” amministrativa capace di unire, in una specie di macrocomune, paesi contermini o attigui all’area bassanese con lo scopo precipuo di armonizzare talune scelte condividibili con i diversi Comuni sotto l’aspetto più vario. Altro motivo di una coalizione allargata di pubbliche Amministrazioni era quella di contenere i costi di funzionamento dei differenti municipi.

Con il rinnovo dell’Amministrazione<br>torna d’a (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ma sentiamo qual era ed ancora è l’idea dell’ex sindaco su questo tema. “Ho sempre ritenuto fondamentale un’armonizzazione ed una uniformità operativa e regolamentare tra i Comuni dell’area ed una programmazione omogenea, anche con il coinvolgimento delle categorie economiche e dei lavoratori – sostiene Cimatti - Quindi, appena diventato Presidente della Conferenza dei sindaci, alla prima riunione, ho proposto che la Conferenza allargasse le sue competenze anche ad altri argomenti oltre a quelli socio-sanitari. Mi sono sempre chiesto: ma che senso ha che sul lato destro di via Gaidon si costruisca con delle regole e sul lato sinistro con altre? O che due dipendenti della stessa azienda che hanno i figli nella stessa classe abbiano facilitazioni diverse solo perché, pur abitando a cento metri uno dall’altro, risiedono in due Comuni diversi? O ancora: che senso ha che per una stessa strada, come Viale Venezia o Via Ca’ Baroncello, non vi sia uniformità nelle scelte della loro manutenzione? E gli esempi potrebbero continuare”.
“Purtroppo la mia proposta fu bocciata – aggiunge - in quanto mi fu fatto notare che, trattando la Conferenza temi socio-sanitari, alcuni sindaci delegavano l’assessore di competenza, e che, se si fosse iniziato a discutere anche di altri argomenti, quell’assessore non sarebbe stato competente. Non mi sono perso d’animo e, con notevoli sforzi e difficoltà, sono riuscito a creare l’Intesa Programmatica d’Area (IPA) “Pedemontana del Brenta”, accorpando sedici Comuni, tutte le categorie economiche e le forze sindacali, nonché alcune altre associazioni attive nel territorio, come ad esempio “Terre del Brenta”. Bassano del Grappa era rimasto uno dei pochissimi Comuni dell’area a non avere aderito ad alcuna IPA e la difficoltà maggiore fu quella di ottenere che diversi Comuni del nostro territorio, che avevano formato un’IPA con altri Comuni del Padovano (IPA del Medio Brenta) si staccassero da questa per formare la nuova Intesa d’Area bassanese. A questo proposito voglio ancora una volta ringraziare i colleghi di allora, senza la cui collaborazione non sarebbe stata possibile questa iniziativa”.

“Con la nostra IPA - spiega l’ex sindaco - malgrado il lungo periodo di assenza di bandi regionali, siamo riusciti a portare a casa contributi, destinati a più Comuni, che altrimenti non sarebbero stati ottenuti. Alle riunioni (per la verità non molto numerose) hanno sempre partecipato, oltre ai Comuni aderenti, anche sindacati e categorie, tanto è che come Vice presidente era stato scelto un rappresentante dell’Artigianato. Vengo quindi al dunque. Perché voler coinvolgere la Conferenza, alla quale partecipa anche la direzione dell’ex Uls, che ha uno statuto dettato dalla Regione, e che ha come competenza le tematiche socio-sanitarie?  Esiste la nostra Intesa Programmatica d’Area. Il suo obiettivo statutario è quello di predisporre progetti per un territorio omogeneo con il coinvolgimento di tutte le forze economiche, sociali e politiche. E, visto che anche i mezzi di informazione svolgono oggi un importante ruolo nella nostra società, perché non istituzionalizzare anche una loro presenza all’interno dell’IPA?”.

“Basterebbe ripartire da qui, con una nuova Assemblea – conclude - e la costituzione di adeguate commissioni di lavoro, ma anche con lo scopo di riportare all’attenzione di tutti quel progetto “Grande Bassano” che avevo lanciato alla fine del mio mandato (perché prima sarebbe stato inteso come una mia ambizione di diventare sindaco di maggiore importanza) e del quale, ne sono fermamente convinto, il nostro territorio non può fare a meno se vuole reggere le sfide di un futuro sempre più difficile. Pensate solo ad un esempio: gestire oggi, con i mezzi informatici, un’anagrafe di 120 mila cittadini costerà sì e no un 10% di più che gestirne una di 40 mila. Ma quanto costa ai cittadini della stessa area la gestione di sei o sette uffici anagrafe? Oltretutto vi sono Comuni che, per ovvie difficoltà di bilancio, non sono tuttora neppure in grado di fornire la carta d’identità elettronica”.

Nonostante siano passati alcuni anni da quel progetto suggerito ai nuovi amministratori, Stefano Cimatti è ancora convinto dell’attualità di un macrocomune dell’area bassanese “e lo sono – sottolinea – anche se, nel frattempo, sono sorte, nel nostro territorio, delle Unioni dei Comuni che hanno realizzato, in aree pur ristrette, quel concetto quanto mai importante”.

E, a proposito di macrocomune da “Grande Bassano”, merita soltanto un cenno quel progetto, datato 1936, per la “Provincia del Grappa”, che soltanto l’arrivo della guerra ha fatto naufragare. Basti pensare che, allora, quella provincia, che avrebbe fatto capo a Bassano, avrebbe raggiunto una popolazione di 329.580 abitanti e con un comprensorio molto allargato. La città di Bassano srebbe diventata capoluogo per sei Comuni del Trentino , 27 della provincia di Vicenza, dieci della provincia di Padova, sette della provincia di Belluno e 17 della provincia di Treviso.



nr. 17 anno XXIV del 4 maggio 2019

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