|
|
||
Un colosso alto quattordici metri fuori terra e del peso di 1750 tonnellate costruito per stampare, su acciaio e leghe speciali, pezzi di sofisticatissimi motori utili all’industria. Sarà una pressa che produrrà una potenza pari a 32 mila tonnellate. Eccolo il gioiello della Bifrangi UK di Lincoln, in Inghilterra, che sarà in funzione fra un paio d’anni. Cinquanta milioni di euro il costo del macchinario ed altrettanti serviranno per completare l’operazione di installazione che si concluderà, invece, nel giro di quattro o cinque anni. Sono cifre da capogiro che stanno a significare quanto sia cresciuta l’azienda metalmeccanica di Mussolente più all’estero che in Italia.
Questo evento fa notizia per due ragioni: anzitutto si tratta del primo macchinario del genere, di altissima tecnologia, esistente in Gran Bretagna e uno dei pochissimi nel mondo. In secondo luogo è questo l’ulteriore prodotto di una scelta che il Presidente del consiglio di amministrazione della Bifrangi, Francesco Biasion, sta compiendo in realtà produttive situate all’estero. Quanto al primo obiettivo va detto che la nuova pressa permetterà all’azienda di offrire una gamma di prodotti di grande qualità all’industria navale, a quella aeronautica, a quella civile e a quella militare. Quanto al secondo merita un cenno l’amarezza con la quale Francesco Biasion parla della localizzazione di tecnologie d’avanguardia in altri Paesi.
«Mentre all’estero trovo porte non aperte, ma spalancate per le imprese che ho l’onore di dirigere – afferma – in Italia sono oberato da ostacoli di qualsiasi natura, sia a livello amministrativo locale, che per la complessità della burocrazia che frena, se non demotiva addirittura, qualsiasi investimento qui da noi. Mi rendo conto ogni giorno di più che l’innovazione non è ben vista nel nostro Paese e non si vuol capire che è questa l’arma del successo in momenti difficili, per l’economia italiana, quali quelli che stiamo vivendo».
«Una pressa a vite di questa portata – continua – sarebbe stato quanto mai produttivo poter realizzarla nella casa madre, a Mussolente, ma le difficoltà cui si va incontro per un’operazione di questo tipo sono così tante, grazie alla politica italiana, che è inutile perdere del tempo. Ho già avuto l’esperienza negativa del maglio che ha trovato posto a Houston, nel Texas e che doveva sorgere proprio qui. Dopo due anni e mezzo di attesa il Comune mi ha fatto recapitare una convenzione che avrei dovuto sottoscrivere senza condizioni. Ho annullato il progetto in Italia e, negli Stati Uniti, quel maglio di ben 60 mila tonnellate di potenza, è stato portato a compimento, tempi burocratici compresi, in sei mesi».
L’azienda di Mussolente, che dà lavoro ad oltre 400 dipendenti e che gode di una floridezza produttiva inconsueta in tempi di così grave crisi che sta attanagliando l’Italia (108 milioni di fatturato nel 2011), vede così veleggiare verso un altro Paese un macchinario che avrebbe rappresentato, per il Bassanese, un motivo di crescita economica notevole, grazie all’assunzione di nuovi lavoratori (“più di un centinaio”, assicura Biasion) ed all’indotto che avrebbe beneficiato di un investimento di così sostanziosa portata.
Tornando alla sofisticatissima pressa dello stabilimento inglese, vi è da dire che in questi giorni è arrivata alla Bifrangi una delegazione del Comune di Lincoln per una visita all’azienda di Mussolente e per concordare gli aspetti pratici dell’ampliamento della fabbrica inglese al cui interno sarà collocato il nuovissimo macchinario. Due gli esponenti di spicco dell’Amministrazione di Lincoln: Mr. John Latham, responsabile dei servizi legati allo sviluppo e alla tutela dell’ambiente e Mr. Neil Murray, membro dell’esecutivo per la pianificazione economica del territorio. «Mentre noi non riusciamo a colloquiare con chi ci amministra e con chi ci governa – sottolinea Biasion – abbiamo degli interlocutori che, per un’opera così importante, vengono addirittura a trovarci per agevolarci nel percorso che l’azienda deve seguire per il buon fine dell’impresa».
«Grazie alla Bifrangi – hanno spiegato i due delegati del Comune di Lincoln, nel corso della conferenza stampa tenutasi in azienda – la nostra città diventerà un centro di eccellenza per quanto riguarda il settore metalmeccanico, un settore che ha una storia ormai consolidata qui da noi».
Bifrangi è presente in Inghilterra dal 2001 quando ha rilevato, dalla Prudential, due fabbriche della “Uef”, un’azienda metalmeccanica proprietaria di sei industrie sparse per l’Inghilterra. Un investimento è stato fatto a Sheffield, una città di mezzo milione di abitanti del South Yorkshire ed un secondo un’ottantina di chilometri più a est, a Lincoln, una città di 87 mila abitanti nella contea del Lincolnshire. Nel polo industriale di questo territorio, la Bifrangi si colloca al secondo posto come azienda leader (dopo la tedesca Siemens), con i suoi oltre duecento dipendenti ed un fatturato, nel 2011, quanto mai significativo (settanta milioni). Va detto inoltre che esiste un contatto strettissimo fra azienda ed università, grazie alla presenza, all’interno dell’ateneo, di un settore che si occupa di ricerca e di sviluppo industriale. Questo rapporto si concretizza con una serie di stage che i giovani universitari svolgono nella Bifrangi durante il loro corso di laurea. «L’influenza della ricerca universitaria, unita alla capacità delle maestranze, che operano nello stabilimento di Lincoln – ci chiarisce l’on. Giuseppe Saretta che fa da trait d’union fra le aziende inglesi e la casa madre di Mussolente - hanno reso possibile l’attivazione di uno strumento che, nel giro di un paio d’anni, stravolgerà la produzione inglese nel campo dello stampaggio dell’acciaio».
nr. 03 anno XVII del 28 gennaio 2012
