NR. 41 anno XXVIII DEL 25 NOVEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Industriali, tocca a Bernardi: “Primo obiettivo è l’aggregazione”

Il dopo Brunetti è rappresentato dall’amministratore delegato della Manfrotto che vede nella piccola dimensione un grosso rischio per le imprese

di Gianni Celi

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Industriali, tocca a Bernardi: “Primo obiettivo è

Il raggruppamento bassanese dell'Associazione industriali di Vicenza ha scelto il nuovo presidente chiamato a sostituire Carlo Brunetti, al termine dell'assemblea degli associati svoltasi all'inizio della settimana al Teatro Remodini. I delegati dei circa trecento associati hanno scelto, per rappresentarli, il dott. Francesco Bernardi. Con lui parliamo del momento di crisi economica, degli obiettivi da raggiungere, dei rapporti con le altre realtà del Bassanese.

Signor presidente, com'è la situazione economica, a livello industriale, nel Bassanese?

«Ritengo che non si scosti molto da quella italiana. Sono soprattutto le aziende che vendono impianti e tecnologia ad altre aziende o che lavorano per conto terzi o che non hanno marchi forti a livello internazionale a soffrire particolarmente questa crisi».

Quali sono i settori più critici nel mandamento?

«Nel Bassanese la crisi ha colpito in maniera trasversale i diversi settori. Chi ha prodotti considerati di minore investimento, ma più di consumo personale risente meno di questo momento di sofferenza. Chi invece vende macchinari o prodotti per l'edilizia è maggiormente colpito perché i clienti tendono a tagliare o a posticipare gli acquisti vista l'incertezza attuale».

La situazione dell'occupazione com'è nel Bassanese?

«È abbastanza critica. Non ho dati precisi, ma non credo ci siano differenze sostanziali rispetto ad altre aree del Nordest. C'è il ricorso forte alla cassa integrazione, ci sono state procedure di mobilità nel 2009 ed è da aspettarsi che ve ne siano altre nel 2009».

Le porto un esempio, al riguardo, visto che lei è l'amministratore delegato della Manfrotto. Una persona mi ha fatto notare come l'azienda che lei dirige abbia messo in mobilità del personale e come attualmente stia invece assumendo nuovi dipendenti. Come spiega questa situazione?

«Noi abbiamo fatto una procedura di mobilità nel primo semestre del 2009 come conseguenza di un calo di ordinativi che partiva dal secondo semestre del 2008, quindi abbiamo ridotto la capacità produttiva per adeguarci al minore livello degli ordini. Questa situazione s'è protratta per tutto il 2009, mentre all'inizio del 2010, in particolare nel mese di gennaio, abbiamo avuto un picco di ordini inaspettato a fronte del quale abbiamo attuato degli straordinari, nonché l'assunzione di personale interinale per un periodo di tempo limitato. L'azienda non era in crisi prima e non lo è adesso. Credo che un'impresa che vede i propri ordini calare (eravamo arrivati al venti per cento), dopo avere attivato la cassa integrazione e dopo avere atteso alcuni mesi, si debba adeguare alla propria capacità produttiva per tutelare tutti i lavoratori. Sono scelte dolorose, ma necessarie».

Tornando al suo nuovo incarico, quali sono gli obiettivi che si prefigge di raggiungere con l'Associazione industriali del mandamento?

«Il primo obiettivo che mi sono dato a lungo periodo strategico è quello di favorire l'aggregazione delle imprese, perché credo che sia uno dei problemi che rendono più difficile la situazione delle nostre aziende, essendo la dimensione media piuttosto piccola (siamo spesso attorno ai dieci dipendenti). Leggevo di recente dei dati che dimostravano come le aziende aggregate resistano meglio ai momenti di difficoltà rispetto alle altre».

Come intende raggiungere questo obiettivo? Perché immagino che non sia certo facile?

«Sì, mi rendo conto che non sia una cosa facile perché, al di là dei meccanismi di come aggregarle, c'è il grosso problema di superare una mentalità da tempo radicata nella nostra regione di voler essere indipendenti. Cercherò di farlo mostrando i vantaggi con esempi concreti di aziende che già lo hanno fatto e che si sono trovate bene. È un percorso che inizia adesso, ma che si potrà concludere alla fine del mio mandato».

Gli altri obiettivi?

«Quelli li voglio deliberatamente scegliere dopo avere sentito gli associati. Nelle prossime settimane sentirò le imprese che fanno parte del raggruppamento per avere dai diversi rappresentanti delle indicazioni su come muoversi. Posso già immaginare quali saranno le loro risposte, ma cercherò di individuare, assieme a loro, delle proposte raggiungibili a livello territoriale nell'arco dei due anni del mio mandato. Mi attendo da loro delle indicazioni ben precise perché, alla fine, sono loro che devono essere coinvolti nelle scelte da adottare».

Come intende rapportarsi con le altre categorie economiche?

«Il mio auspicio è quello di collaborare a stretto contatto con le categorie economiche del mandamento concordando su due o tre punti da portare avanti assieme. Credo che le esigenze siano comuni a cominciare dalle infrastrutture, al fatto di poter contare su un'amministrazione pubblica snella e via dicendo. Mi preme sottolineare il fatto che sia su questo argomento, sia su quello dell'aggregazione mi sento allineato con il mio predecessore».

Altro problema è quello legato al rapporto con le Amministrazioni locali.

«Il primo passo sarà quello di concordare con gli associati le priorità da portare avanti, il secondo, quello di concordare questi obiettivi con le categorie economiche ed il terzo quello di incontrare gli amministratori, ma anche qualsiasi altra forza sia sociale che economica, che istituzionale che possa contribuire al raggiungimento dei diversi obiettivi».

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