A Solagna ormai è guerra dichiarata fra una parte dell'ex maggioranza uscita vittoriosa dalle elezioni comunali dello scorso anno, l'attuale sindaco, Carlo Nervo, e il resto della maggioranza. Abbiamo avuto modo di raccontare lo strappo verificatosi all'interno della coalizione che ha visto uscire di scena il principale artefice della scelta di candidare sindaco l'ex calciatore Carlo Nervo. Stiamo parlando dell'ex sindaco, Gianandrea Bellò, che aveva ricoperto, da subito, la carica di vicesindaco. Cinque consiglieri della maggioranza originaria si trovano ora all'opposizione per una serie di motivazioni da loro addotte e spiegate alla cittadinanza solagnese attraverso una lettera aperta che porta la firma di Gianandrea Bellò, di Manuela Martini, di Filippo Pennisi, di Francesca Scramoncin e di Chiara Secco.
«Stimati concittadini - esordisce la lettera- sentiamo il dovere di presentarci a voi portando alla vostra conoscenza quanto avvenuto durante l'ultimo Consiglio comunale dopo gli sconvolgimenti operati dal sindaco Nervo alla compagine amministrativa uscita dalle elezioni del giugno 2009. Lo facciamo con le parole pronunciate dal nostro capogruppo. "Pacta servanda sunt" (I patti vanno rispettati), così dicevano i nostro genitori e così continua ad essere per gli uomini che hanno rispetto di se stessi. Questo detto, però, pare non abbia significato per l'attuale compagine di Giunta, totalmente diversa da quella uscita dalle urne elettorali. La volontà dei cittadini è stata tradita tanto da parte di certa maggioranza, quanto da parte di certa minoranza».
«Alla luce di quanto sopra - continua la missiva - noi consiglieri Gianandrea Bellò, Manuela Martini, Filippo Pennisi, Francesca Scramoncin e Chiara Secco, in ossequio e rispetto verso gli oltre trecento elettori che ci hanno accordato la loro preferenza e quale gesto di coerenza personale e di lealtà verso tutti i cittadini di Solagna, non sentendoci più partecipi della maggioranza, ci costituiamo in gruppo autonomo con la denominazione "PdL Solagna". Quanto appena esposto è stato determinato dai seguenti fatti che ci prepariamo ad illustrare così come si sono svolti, senza aggiungere nulla di personale se non la considerazione che comportamenti quali quelli descritti, stigmatizzano la capacità delle persone, la loro educazione civica e sociale ed il rispetto verso le idee altrui».
«Alle ore 13 del 18 gennaio il consigliere Roberto Ferracin - prosegue la lettera ai solagnesi- ha inviato un sms a tutti i componenti in carica della lista "Forza Solagna" che, nel frattempo, era già stata pesantemente modifica con le dimissioni (ed a questo punto dei fatti forse... forzate?) delle due assessore Stevanin e Todesco, poi rimpiazzate, secondo prassi, da Gheno e Bertolini. Nel messaggio si veniva invitati ad un incontro in municipio per le 19,30 della sera successiva per "...comunicazioni da parte del sindaco", assicurando che il tutto sarebbe durato che pochi minuti. Riuniti in sala consiliare, il sindaco Nervo ha esordito dicendo all'allora vicesindaco, Gianandrea Bellò "devi metterti da parte perché da settimane ho preso contatti con i capogruppo delle minoranze, con i quali ho concordato il loro inserimento in Giunta"».
«La battuta finale - aggiungono i cinque firmatari della lettera - è stato il seguente ultimatum: «Chi non è d'accordo con quanto ho appena detto dia ora le sue dimissioni e se ne vada. Ha cinque minuti per decidere». Nel frattempo Ferracin si era già preoccupato di consegnare a ciascuno dei presenti un foglio ed una penna affinché tutti avessero la possibilità di dimettersi all'istante, mentre il sindaco si dileguava fra lo stordimento di alcuni, la richiesta di doverose spiegazioni di altri e l'indifferenza o forse il compiacimento di altri ancora. Dopo parecchi minuti di attesa perché il sindaco rientrasse e durante i quali se ne richiedeva l'immediata presenza, finalmente Nervo si è presentato per accusare i presenti di complotti orditi alle sue spalle e per denigrare ulteriormente e senza limiti di sproloquio le persone sedute davanti a lui. Alle numerose, accese ed insistenti richieste di spiegazioni, il sindaco non ha dato alcuna risposta, cercando sempre con lo sguardo ed i gesti appoggio nel cugino Ferracin».
«Incapace quindi di dare risposte e spiegazioni alle accuse prima rivolte di incapacità e di tradimento - chiude la lettera ai cittadini di Solagna - ha concluso la sceneggiata sbattendo sonoramente la porta dietro di sé ed andandosene senza più farsi sentire. Teniamo a precisare che quello sopra descritto è stato l'ultimo di una serie di episodi simili avvenuti in Giunta ogni volta che se ne presentava l'occasione, per costringere il nostro gruppo a lasciare il posto che voi cittadini di avete assegnato. Naturalmente nessuno di noi ha ceduto alle provocazioni e così, il tre febbraio, il sindaco, per raggiungere gli scopi prefissati, ha emanato il decreto per revocare a Bellò l'incarico di vicesindaco. Non è stato, dunque, un nostro capriccio quello di costituire un nuovo gruppo in Consiglio, ma una scelta obbligata dall'arroganza e dalla prevaricazione di quelli che, forse peccando di ingenuità, avevamo creduto compagni di viaggio seri e leali e che invece sono usciti allo scoperto quasi subito, non tanto tradendo noi, ma la fiducia dei solagnesi. I fatti, come spesso accade, parlano da soli, come pure l'evidenza oggettiva di un risultato elettorale che dovrebbe far riflettere tutti su quanto è accaduto e domandarsi il perché di una decisione immorale, ingiustificata e, a questo punto viene da chiedersi, premeditata?».
Pesante la lettera, come si può notare e significativa di un clima altrettanto pesante, con sindaco, Giunta rimaneggiata e minoranza diventata maggioranza da una parte, sicuri di governare fino alla fine del mandato amministrativo ed i cinque consiglieri della maggioranza precedente passati ora all'opposizione, dall'altra, decisi a fare di tutto per mandare a casa il sindaco Nervo e la sua nuova coalizione. Sarà una partita durissima quella che l'ex calciatore del Bologna dovrà giocare perché il nuovo "PdL Solagna" sta caricando le artiglierie e non certamente a salve.