Appare davvero immutabile il richiamo della pittura italiana tra l'Ottocento e i primi del Novecento, quando gli artisti rendono la bellezza delle diverse regioni riportandole in valori di luce e di colore. Si può godere attraverso i nomi più noti il senso della felicità nell'intesa con la natura davanti a tele di artisti Veneti, Lombardi e Piemontesi, che si uniscono a quelle di Toscani e Napoletani. Entrano paesaggi e atmosfere di un'epoca resa colma nei luoghi ripresi, che diventano i soggetti preferiti tanto da configurarsi in tradizione, unite a scene di costume. Risplende nella pittura veneta la Serenissima con le sue acque nelle vedute di canali e case, scorci toccati dalla luminosità, e il senso palpitante dello spazio con barche, case e palazzi riflessi, e squisite figure. I nomi veneti riportano a Beppe ed Emma Ciardi, Emanuele Brugnoli, Cesare Vianello, Felice Castegnaro, Achille Beltrame. Dai caldi cromatismi veneti lagunari si trovano in sodalizio, per il Piemonte, le opere di Giuseppe Buscaglione e di Enrico Gamba, quindi, accanto alle lombarde opere di Bartolomeo Giuliano, emerge tra le diverse caratteristiche espressive un dipinto di Giovanni Fattori a rappresentare la pittura toscana. Entra inoltre un folto gruppo di pittori Napoletani. Quadri locali: solari vedute marine, l'ampio spazio dalle rare barche della costiera amalfitana oggi scomparse, i Faraglioni di Capri e una veduta rosata del paese immerso in una luce cangiante. Mercato di Oscar Ricciardi è in sintonia con il "vero"; così vibra per l'atmosfera, ha svelte figure, è moderno nei colori morbidi e raffinati, amplificati dall'alto cielo mosso da nuvole. Paesaggi, figure e luoghi campani portano ai nomi di Giacinto Gigante, Oscar Ricciardi, Giuseppe Ciardiello, Felice Giordano, Francesco "Lord" Mancini, e un'opera dello straordinario scultore Vincenzo Gemito (Napoli: 1859-1929).