Andrea Marchesini, vicentino, chiede al fruitore di avvicinarsi ai suoi quadri con attenzione e naturalezza per entrare in un mondo di forme galleggianti che si attuano in immagini a colori che rappresentano figure oscillanti tra sogno e realtà. Nitide, convivono assieme alla ripresa della figura umana e stabiliscono delle relazioni mentali con le diverse apparizioni, non diversamente da quanto accadeva negli ultimi anni della sua pittura. Tuttavia ora prorompono più libere e arricchite da una certezza interiore dovuta ad una vocazione protratta, a lungo sentita e concepita da una fonte alimentata dalla disciplina e dalla creatività.
A questo, Marchesini unisce la ripresa delle conoscenze e delle pratiche artistiche elaborate negli anni dei viaggi e della formazione a Londra e a Madrid, con un atto di indipendenza da matrici pressanti per avvicinarsi piuttosto, com’è riconosciuto, al Surrealismo e alla Pop. Non è possibile però dimenticare quelle primarie figure antropomorfe sempre presenti, che vincolano lo sguardo iniziale e caratterizzano coinvolgendo la vitalità dei dipinti. Appaiono concentrazioni di antichi racconti, appostati sulla superficie dell’opera per richiamare alla loro essenziale presenza, affinché un’eco trapeli nell’elaborazione delle immagini attuali: un riflesso, un’idea, una memoria proveniente dal profondo che conferisce alle nuove forme una natura vagante nella superficie dell’opera. Le immagini compaiono da improvvisi eventi figurativi con l’esito di sorprendere lo spettatore. Anche il colore alimenta l’insolita realtà dell’opera: ne è complice e protagonista assoluto nel condurre verso l’insorgere di una forma dinamica e astratta, fantasmatica visione, singolare nel cromatismo; si rivela il conduttore più diretto dell’espressione del pensiero di Marchesini. Da qui i verdi acidi ed i gialli, le strisce dei rossi improvvisi, il coinvolgimento degli azzurri: i colori dall’eterno linguaggio simbolico seguono l’immagine e questa conduce all’unione con la modernità del suo spirito. Mostra a cura di Alain Chivilò. Catalogo L'Artegrafica.