Il 35 per cento dei pazienti che accedono al pronto soccorso di Vicenza è straniero, praticamente uno su tre. Si tratta di immigrati africani, dell'est Europa, asiatici, cinesi e sudamericani, perlopiù in regola con il permesso di soggiorno anche se, qualche volta, fanno capolino in Pronto Soccorso dei clandestini. In regola o no, l’assistenza dello staff del primario Vincendo Riboni è uguale per tutti. Ad ognuno è riservata attenzione, ascolto e professionalità.
«Il pronto Soccorso è una sorta di “porto di mare” dove arrivano tutti, sia chi soffre di patologie gravi sia chi non ha tempo di passare dal medico di base e si reca direttamente al Pronto Soccorso portando con sé la famiglia» spiega il primario Vincenzo Riboni [a des.] che, con tutto lo staff del reparto elargisce un impegno continuo 24 ore su 24, tra mille problemi e difficoltà, in primis quello della comunicazione. «Non è facile comprendere i sintomi e neppure spiegare al paziente che parla male l'italiano, perché deve pagare 25 euro di ticket in caso di codice bianco». Un problema, quello della comunicazione, che persiste nonostante l’impegno dimostrato dall’Ulss6 che nell’ultimo anno ha messo a punto un progetto di mediazione interculturale che però non riesce a far fronte alle tempistiche delle urgenze.
nr. 29 anno XVI del 30 luglio 2011