NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Cristina Crestani

Sala Civica “Corte delle filande” - Montecchio Maggiore
Orario: venerdì 18-20 sabato e domenica 10-12 e 16-19
Chiude il 25 novembre
Inaugurazione sabato 10 novembre alle ore 17

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Cristina Crestani

Cristina Crestani (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Una particolare qualità distingue Cristina Crestani ed è ben visibile nei dipinti e nelle sculture. Appaiono chiare le dimensioni del meraviglioso, le possibilità della fantasia di accedere all’immaginario attraverso il mito e di accrescere le potenzialità dell’immagine nel recupero del mondo dell’infanzia con l‘ingresso della favola. A questo universo l’autrice accede con la pienezza delle solide figure, così da ancorarle a cosmi uniti da un’interpretazione, che li rende messaggeri di incantamenti. È vasto l’universo popolato di immagini femminili dalla pelle di un bianco perlato trasposte nel mondo della classicità per vivere in parchi archeologici abitati da fauni musicanti, in bilico tra realtà e sogno. Lo abitano le figure mitiche di fanciulle in metamorfosi arboree e quelle rapite da buoi incoronati da Cristina Crestani (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ghirlande di fiori, mentre danzano fauni e nascono conversazioni tra centauri, nell’armonia cromatica e nella poesia dell’invenzione. Scene di maternità e d’incontri amorosi avvengono in una natura resa cristallina dalla limpidezza dei colori: sullo sfondo del cieli cavalli azzurri e menestrelli abitano un universo reso incantato da un’atmosfera sospesa ed immota, che li consegna a noi integri ed incorruttibili.

Così l’artista pensa di ancorarci all’interno di un mondo fiabesco, dove lei si muove con padronanza ed incisività, passando tra l’imprevisto ed il noto fino a rappresentare l’esistenza certa di santi e draghi, vascelli di pirati e giostre reinterpretati per il mondo infantile. E non le dispiace prestare tratti fisiognomici di bambini a maschere carnevalesche, che rivivono per dar vita ad una gioia contenuta e scandita dal ritmo del tempo battuto su un tamburo. Ecco, la favola ed il mito abitano in queste tele, reinterpretati fra alberi accoglienti, cascate di fiori e voli di uccelli e corpi di serpenti dorati, che promettono, per i simboli in risalto sulle squame, di dar il via al destino dell’umanità. Alcune sculture in terracotta, manipolate con abilità, rappresentano piccoli universi interpretati nell’armonica intesa tra uomo e natura.

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