NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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“Non c’è logica in questa operazione”

Lo sfogo amaro del dott. Valerio Alberti dopo il siluramento dalla direzione dell’Usl 3, al suo posto nominato Antonio Compostella, medico di area leghista

di Gianni Celi

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“Non c’è logica in questa operazione”

L’Azienda Sanitaria locale n. 3 di Bassano-Asiago cambia il vertice della Direzione generale. Il dott. Valerio Alberti, che aveva guidato l’azienda per questi cinque anni, non è stato riconfermato né a Bassano, né in nessun’altra Asl del Veneto. Al suo posto arriva, direttamente dall’Azienda Sanitaria di Belluno, il dott. Fernando Antonio Compostella, un medico nativo di Cartigliano (compie 59 anni il tre maggio prossimo), attualmente consigliere comunale nel Comune di Santorso, eletto in una lista civica di centrodestra nel 2009 (al suo attivo, per quanto riguarda la politica, c’è anche la presenza nelle liste della Lega Nord alle elezioni regionali del 16 aprile del 2000 quando si piazzò al quarto posto, con 1973 preferenze, dopo Marino Finozzi, Mara Bizzotto e Roberto Ciambetti).

“Non c’è logica in questa operazione” (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Laureato in medicina e chirurgia, il dott. Compostella, prima di arrivare nel capoluogo bellunese a dirigere l’Azienda Sanitaria n. 1, aveva retto l’Agenzia regionale socio sanitaria (Arss). Già al lavoro dall’inizio dell’anno, ha cominciato a conoscere la struttura sanitaria locale per capire quali siano gli interventi da adottare per migliorarne le prestazioni e valorizzare le capacità del personale, sia medico che paramedico, che amministrativo.

Nella primavera del 2008 si parlava di lui, in quella data direttore dell’Arss, come probabile assessore regionale alla sanità al posto di Francesca Martini allora eletta deputato è scelta come sottosegretaria al welfare con delega alla salute.

Uno dei primi incontri del dott. Compostella con le realtà esterne dell’Azienda sanitaria, ma ad essa strettamente legate, è stato con il C.A.Sa, e cioè il Coordinamento delle 44 associazioni di volontariato che operano nel campo della sanità.

«La Dirigenza del Coordinamento - spiega in una nota l’ing. Dario Petri, che del C.A.Sa è il presidente - ha incontrato il nuovo Direttore generale dell'ULSS n. 3. L'incontro è stato finalizzato ad informarlo sulla struttura del Coordinamento stesso, sull’attività svolta con la passata direzione e sull’esposizione delle principali proposte operative,così come sintetizzato in un documento che gli è stato consegnato. Il colloquio è stato pienamente soddisfacente in quanto il dott. Compostella ha confermato una forte attenzione per il mondo del volontariato e di voler sostenere e proseguire con le attività già avviate».

Ma tornando al passaggio delle consegne vi è da dire che grossissima è stata la sorpresa per il Direttore uscente, dott. Valerio Alberti, il quale non si aspettava certo una cancellazione così drastica dal registro dei Direttori del Veneto.

Ecco che cosa ci racconta in questa intervista concessaci, nella quale è critico esclusivamente rispetto al metodo adottato per il cambio di gestione.

Dott. Alberti, come ha preso questa decisione del Presidente della Regione Luca Zaia?

«Certo non bene perché non vedo alcuna logica in questa operazione. Io capisco che la politica ha le sue esigenze, però non puoi prescindere completamente dai risultati di un dirigente, perché se lo fai non ci capisci più niente, diventa tutto possibile, non c’è uno straccio di regola in quello che si fa. Capisco se non avessi conseguito risultati economici, se non avessi migliorato i servizi, se non fossi riuscito a far partire l’ospedale di Asiago, se non avessi risolto il nodo dell’ex Istituto elioterapico di Mezzaselva ed invece tutto questo è stato fatto».

“Non c’è logica in questa operazione” (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ha avuto qualche riscontro in merito a questa scelta?

«Ricevo tante parole di gratitudine da dirigenti, dal personale. La cosa più carina me l’ha detta una dirigente: “Dopo tanti anni – mi ha confidato – ci sentivamo come la Bella addormentata risvegliata e noi adesso abbiamo paura di tornare nel nostro sonno perché, prima, per troppo tempo non avevamo sentito una partecipazione così importante alle scelte della direzione, una progettualità condivisa». Vede, al di là dei risultati s’era creata una nuova motivazione per il personale.

Ma, secondo lei, che cosa è successo?

«È successo che la politica ha le sue logiche, però lo dico, ma non lo accetto, perché questa è una logica che va oltre il pubblico interesse».

Si dice in giro che sia stata l’europarlamentare Mara Bizzotto a spingere su Zaia per la sua defenestrazione.

«Questo è il teatro delle ombre cinesi nel senso che non si capisce bene cosa sia accaduto veramente. Quella che mi espone è una delle versioni che ho raccolto, ma non so se sia vera. Le dirò invece che il rapporto con i sindaci del mandamento era ottimo. Credo che quello di Tezze e quello di Rossano abbiano fatto un po’ le bizze e, siccome mi pare che siano proprio quei due che seguono la Bizzotto, la motivazione potrebbe essere valida. È sufficiente questa spiegazione? Non lo so, so anche che qualcuno mi dice che il consigliere regionale Finco abbia fatto un po’ di disinformazione in Regione dicendo che i sindaci non hanno voluto firmare a mio favore, cosa che è completamente inventata. È vero tutto questo? Io le dico quello che mi è stato riferito e se è vero forse significa che qualcuno voleva mettere un uomo di appartenenza. Il nuovo Direttore generale, in effetti, è un leghista della prima ora dell’area Finozzi, Tosi e della Bizzotto. Tra l’altro penso che, a questo punto, possa sorgere un altro problema. Io credo di essere stato un Direttore generale davvero super partes, adesso non penso sarà semplice percepire un Direttore generale palesemente schierato».

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