Nel nome di un chiarore stellare apre Sub Sidera Hub un nuovo luogo d’incontro mirato a raccogliere le molteplici espressioni nazionali ed internazionali d’arte contemporanea, d’artigianato e design, collegati nell’attività dei laboratori gestiti da Alessandro Dal Bello e Tatiana Lucato. Esordisce così un intreccio tra immagini figurative e astratte nel dinamico spazio espositivo.
La mostra inizia dall’universo favoloso del forse il più sognante fra pittori, Vico Calabrò, pervaso di poesia verso l'unificatrice figura femminile. Il ritratto di Giulia di Alessandro Dal Bello coglie un giovane volto immerso in una visione segreta, accentuata dal passaggio delle calde tonalità, toccato da una luce ambrata che l’avvolge. L’argentina Graziella Modanese riprende, in un’interazione tra presente e passato, la grande ritrattista Elisabeth Vigée (1755-1842) mentre dipinge. Una condizione visiva estrema è la conseguenza del volto stampato in bianco su acetato e commentata dal titolo L’altro di me di Anna Minchio; quindi nel dittico di Alto i volti maschili, invasi da un’erosione, sconfinano in una trasfigurazione materica senza l’esito di annullare la tensione espressiva; poi ecco i corpi femminili in foglia d’oro di Lisa Zocca, mentre Emanuele Sartori interviene per sottrazione sulle figure, fra ardite prospettive e tensioni cromatiche; Gabriele Brucceri sfalda la consistenza di un volto nel contrasto di un pullulare d'irregolari brani di luce. Paolo Tessaro unifica nel linguaggio delle braccia della figura maschile in bronzo il cielo e la terra.
Riccardo Cavalli immerge paesaggi montani nella bruma nevosa, mentre per Tatiana Lucato Sub_limen appartiene a uno spazio orizzontale, che va alla ricerca di una dimensione ancor più vasta. Stephen Grima imprime al Santuario Mariano Mellieh un risalto cromatico notturno e Mirca Lucato dipinge una serie di pseudo tulipani. Il messicano Raul Govea Peralta conferisce potenza suggestiva alla forma di un albero. La polacca Wioletta Lewandoska e l’iraniano Nader Khaleghpour interpretano il tema dell’acqua nel passaggio verso l’astrazione. Quindi Annamaria Targher, ed il polacco Maciej Seczawa consegnano alla linea ed al cromatismo una pluralità visiva mentre Elia Michelazzo conduce all’impegno autoriflessivo nel segno grafico di Caustico. L’installazione di Pamela Grigiante unisce, con inventiva, un esito di contemplazione estetica al noto proverbio Le buone intenzioni hanno lastricato le strade dell’inferno.
Mostra a cura di Mara Seveglievich. Laboratori: Alessandro Dal Bello- Via Latason, 5 Caldogno; Tatiana Lucato, Via Puccini, 4 Alte di Montecchio Maggiore.