Entra nella pittura di Michela Modolo una miscela di rigore e di mistero che la segue negli anni fino agli ultimi dipinti: grandi teleri respiranti per uno spazio determinato da modalità compositive sicure. Sono dipinti dalle campiture cromatiche stese dai confini del quadro per lasciare ampio respiro nello sfondo centrale, secondo un desiderio di vuoto: ”Ho bisogno di lasciare lo spazio centrale per esigenza di vuoti che ritengo di fulcro”.
Il pensiero già espresso nel tempo, appare attuale in questi recenti dipinti, per la stessa sensibilità e qualità dei rapporti cromatici resi dal bianco e lievi sfumature di delicato rosa, spazi distesi mossi dall’improvviso passaggio di segni automatici minimali, costanti presenze nella sua pittura, e lievitanti d’espressione meditativa, dell’interiore energia. Recuperi di memorie e seduzioni del presente conducono la pittura all’attualità. Esaltati dalla luminosità, altri cromatismi dalle tonalità intense affiorano nell’equilibrio nelle stesure degli spazi geometrici più scuri, dai gialli particolari fino a gamme più austere. Sono sostenuti da ascendenze venete: ”Bassano e Tiziano ma anche Rothko; in particolare la Chapelle di Houston e la “Rothko Room” della Tate Gallery di Londra” afferma Modolo. Scrive Giuliano Menato, curatore della mostra: “Questo tipo di rappresentazione si avvale anche della tecnica del collage, presente nella stratificazione pittorica della tela con l’applicazione di tessuti di trama diversa, tali da costituire un contrappunto negli interventi costruttivi”.
Venerdì 9 novembre alle ore 20.30 si svolgerà nello spazio della Galleria Civica un incontro con l’artista Michela Modolo che sarà accompagnato dall’intervento musicale di Giuseppe Dal Bianco, noto musicista esperto di flauti etnici e di duduk ameno.